Sono le 16, inizio a prepararmi.
Ho pianificato questo giro da una decina di giorni, mi serve come esplorazione (e banco di prova) per un epic-ride che voglio fare dopo l'estate: la stima, se tengo un buon passo e non mi perdo, è di 4 ore. Quindi partendo verso le 16 e 30 dovrei riuscire a tornare a casa con la luce e ad avere anche un po' di margine.
Tutto pronto: due borracce, il GPS, pompa, camera d'aria, toppini. Niente zaino, niente macchina fotografica: questa volta non posso traccheggiare troppo... anche perchè i panorami notevoli saranno veramente tanti e dovrei fermarmi ogni cinque minuti.
Ho deciso che farò tutto il primo tratto su asfalto, quasi in pianura: è ancora caldo e voglio far girare le gambe con calma. Però c'è un bel venticello e scorro via veloce fra Terricciola, Casciana Terme e Chianni. In poco più di mezz'ora sono su sterro, al guado della Sterza. Si inizia a salire, e ne avrò per un po'. Qui le colline intorno sono stupende (vedi foto di repertorio) e ogni tanto trovo qualche straniero che si gode la Toscana.
Arrivato al Casino prendo a sinistra e butto al vento un po' di quota. Due persone stanno armeggiando ad un mietitrebbia e mi guardano curiosi: che ci fa un bischero con la bici da strada sullo sterrato? In un attimo scendo un'intera collina e sono di nuovo sull'asfalto, ai piedi del colle che ospita Orciatico. Un altro po' d'asfalto.
Vedo un cartello nuovo che indica un itinerario lungo uno stradello sterrato. Lo imbocco, faccio qualche metro ma scende a rotta di collo... qui rischio di dovermi rifare cento metri di dislivello: a questo punto meglio l'asfalto. Arrivo in paese e mi fermo a una fontana dove cambio l'acqua alle borracce: per la fretta di partire le ho riempite a casa con l'acqua dell'addolcitore. Tremenda. Infatti sono a più di venti chilometri ed in pratica non ho ancora bevuto.
Mi arrampico per le viuzze del borgo, in alcuni punti veramente toste. Un babbo è sulla porta che gioca con la sua bambina; passo spingendo sui pedali e lui fa: "Brutto sport!". E me lo immagino, in pieno inverno, fermo a centrocampo in un campo di periferia congelato. E non sa che nello spogliatoio le docce non funzionano. Cazzi tuoi, penso.
Finisce l'asfalto. Inizia la parte dura. La pendenza non è impossibile ma, con il 36x25, mi devo alzare in piedi... e nei tratti smossi non far slittare la ruota posteriore è difficile. Sia benedetta la tripla. In realtà dopo poco tutto si addolcisce ed arrivo in vetta quasi senza accorgermene. Mi fermo a bere, arriva alle mie spalle un ragazzo in mountain bike. Non sembra meravigliato del fatto che io sia arrivato lì con una bici da cx. Ripartiamo assieme e ci scambiamo qualche informazione sui percorsi delle nostre zone; fino a quando, dietro ad una curva... eccola, siamo esattamente sotto a una delle pale eoliche di Montecatini Val di Cecina. Ho cambiato valle. Ci dividiamo, io scendo verso est affondando nella ghiaia minuta. Passo il paese, devo cercare una sterrata che dovrebbe farmi risparmiare un po' d'asfalto... però manco l'ingresso, scendo un bel po' su asfalto e mi vengono i dubbi: tornare indietro? E se non trovo la strada? Non è tardi? Allora decido per l'asfalto. Mi faccio sette o otto chilometri di "SR439", fino a Villaggio San Giovanni e oltre; al Ragone monto su verso il Teatro del Silenzio: qui le colline sono veramente incredibili (ancora repertorio). Chissà come hanno fatto a pensare di rovinare tutto con un obbrobrio che ospita un concerto all'anno.
Arrivo in poco tempo a Lajatico, faccio poche centinaia di metri sull'asfalto e via, di nuovo la ghiaia sotto alle ruote. Ci siamo quasi, ancora qualche chilometro e poi doccia e birra ghiacciata. Sto imboccando la Strada delle Colline. Pedalo controsole col vento in faccia. Mi viene in mente il babbo di prima. Scuoto la testa e sorrido: "Brutto sport"?
Ecco Terricciola; i piani erano di rientrare a casa in fuoristrada, ma è tardino. Via, gli ultimi cinque o sei chilometri me li farò su asfalto.
Alla fine ho fatto 72 km per più di 1200m di dislivello (il GPS l'ho acceso dopo aver percorso un po' di pianura). A fine estate versione riveduta e corretta. E chiaramente più lunga
Ho pianificato questo giro da una decina di giorni, mi serve come esplorazione (e banco di prova) per un epic-ride che voglio fare dopo l'estate: la stima, se tengo un buon passo e non mi perdo, è di 4 ore. Quindi partendo verso le 16 e 30 dovrei riuscire a tornare a casa con la luce e ad avere anche un po' di margine.
Tutto pronto: due borracce, il GPS, pompa, camera d'aria, toppini. Niente zaino, niente macchina fotografica: questa volta non posso traccheggiare troppo... anche perchè i panorami notevoli saranno veramente tanti e dovrei fermarmi ogni cinque minuti.
Ho deciso che farò tutto il primo tratto su asfalto, quasi in pianura: è ancora caldo e voglio far girare le gambe con calma. Però c'è un bel venticello e scorro via veloce fra Terricciola, Casciana Terme e Chianni. In poco più di mezz'ora sono su sterro, al guado della Sterza. Si inizia a salire, e ne avrò per un po'. Qui le colline intorno sono stupende (vedi foto di repertorio) e ogni tanto trovo qualche straniero che si gode la Toscana.

Arrivato al Casino prendo a sinistra e butto al vento un po' di quota. Due persone stanno armeggiando ad un mietitrebbia e mi guardano curiosi: che ci fa un bischero con la bici da strada sullo sterrato? In un attimo scendo un'intera collina e sono di nuovo sull'asfalto, ai piedi del colle che ospita Orciatico. Un altro po' d'asfalto.
Vedo un cartello nuovo che indica un itinerario lungo uno stradello sterrato. Lo imbocco, faccio qualche metro ma scende a rotta di collo... qui rischio di dovermi rifare cento metri di dislivello: a questo punto meglio l'asfalto. Arrivo in paese e mi fermo a una fontana dove cambio l'acqua alle borracce: per la fretta di partire le ho riempite a casa con l'acqua dell'addolcitore. Tremenda. Infatti sono a più di venti chilometri ed in pratica non ho ancora bevuto.
Mi arrampico per le viuzze del borgo, in alcuni punti veramente toste. Un babbo è sulla porta che gioca con la sua bambina; passo spingendo sui pedali e lui fa: "Brutto sport!". E me lo immagino, in pieno inverno, fermo a centrocampo in un campo di periferia congelato. E non sa che nello spogliatoio le docce non funzionano. Cazzi tuoi, penso.
Finisce l'asfalto. Inizia la parte dura. La pendenza non è impossibile ma, con il 36x25, mi devo alzare in piedi... e nei tratti smossi non far slittare la ruota posteriore è difficile. Sia benedetta la tripla. In realtà dopo poco tutto si addolcisce ed arrivo in vetta quasi senza accorgermene. Mi fermo a bere, arriva alle mie spalle un ragazzo in mountain bike. Non sembra meravigliato del fatto che io sia arrivato lì con una bici da cx. Ripartiamo assieme e ci scambiamo qualche informazione sui percorsi delle nostre zone; fino a quando, dietro ad una curva... eccola, siamo esattamente sotto a una delle pale eoliche di Montecatini Val di Cecina. Ho cambiato valle. Ci dividiamo, io scendo verso est affondando nella ghiaia minuta. Passo il paese, devo cercare una sterrata che dovrebbe farmi risparmiare un po' d'asfalto... però manco l'ingresso, scendo un bel po' su asfalto e mi vengono i dubbi: tornare indietro? E se non trovo la strada? Non è tardi? Allora decido per l'asfalto. Mi faccio sette o otto chilometri di "SR439", fino a Villaggio San Giovanni e oltre; al Ragone monto su verso il Teatro del Silenzio: qui le colline sono veramente incredibili (ancora repertorio). Chissà come hanno fatto a pensare di rovinare tutto con un obbrobrio che ospita un concerto all'anno.

Arrivo in poco tempo a Lajatico, faccio poche centinaia di metri sull'asfalto e via, di nuovo la ghiaia sotto alle ruote. Ci siamo quasi, ancora qualche chilometro e poi doccia e birra ghiacciata. Sto imboccando la Strada delle Colline. Pedalo controsole col vento in faccia. Mi viene in mente il babbo di prima. Scuoto la testa e sorrido: "Brutto sport"?
Ecco Terricciola; i piani erano di rientrare a casa in fuoristrada, ma è tardino. Via, gli ultimi cinque o sei chilometri me li farò su asfalto.
Alla fine ho fatto 72 km per più di 1200m di dislivello (il GPS l'ho acceso dopo aver percorso un po' di pianura). A fine estate versione riveduta e corretta. E chiaramente più lunga

