Eccomi!
Evito di raccontarvi i giorni precedenti la gara, ma se il buongiorno si vede dal mattino, avremmo dovuto rimbarcarci verso casa già il secondo giorno
Il venerdì antecedente la gara, arriviamo al paddock; dopo 25 km di strada sterrata siamo in mezzo al deserto, non cè nulla a perdita docchio; la zona predisposta per i Solo vicino al percorso non è raggiungibile con il camper e le altre zone sono già tutte piene. Con alcune difficoltà, riusciamo a sistemarci a 300 metri dalla zona cambio. Montiamo le bici e partiamo per un giro di sopralluogo. Quasi subito mi accorgo che cè qualcosa di strano nella mia Niner, è poco scorrevole, mi fermo e mi accorgo che il disco ant. é stato piegato durante il trasporto
.
Di primo acchito il percorso mi pare facile, a parte i cactus lo trovo fattibile, un po di saliscendi iniziali, parecchie parti da guidare, molti fossi trasversali, un paio di pietraie. Nei tratti in discesa iniziali si è invogliati ad andare a tutta; gli incidenti più gravi si sono verificati qui.
Finiti questi saliscendi ci sono ancora un paio di km belli larghi in leggera discesa, qua si può fiatare ed alimentarsi tranquillamente, anche perché è lunico tratto con il vento a favore, che soffierà teso e costante per tutta la gara. Poi inizia il singletrack in mezzo, e quando dico in mezzo vuole dire immerso, nei cactus; qui se sbagli traettoria oppure sbandi , sei finito!
Infine gli ultimi km prevedono una dolce ma costante ascesa su di un cucuzzolo pietroso per poi piombare giù alla zona cambio.
In prossimità della zona cambio si doveva smontare dalla bici, entrare in un enorme tendone dove cerano le persone deputate al controllo sedute a dei tavoli. In base al numero ti direzionavi nella zona giusta, consegnavi il testimone(un bastoncino) segnavano il tuo numero e lorario, ti ridavano il testimone e camminavi sino a fine tendone e ripartivi.
Intorno alla zona cambio cera il cuore pulsante della manifestazione; alcuni stand di vendita accessori, 2 furgoncini attrezzati a bar ed un camion con unenorme video dove venivano proiettati i filmati di 4 telecamere sparse lungo il percorso. Idea molto carina e non esageratamente dispendiosa, credo. Inoltre cera un gazebo con un monitor ed una tastiera numerica; inserendo il tuo numero di gara, apparivano i tempi di ogni giro e la classifica.
Per le docce cera un camion con 6 docce circa (non le ho contate) in totale, maschi e femmine insieme, mentre per i bagni i soliti wc chimici.
Lo spirito con cui vivono la gara è lontano anni luce da noi Italiani, molto più easy, sia chi corre per la vittoria, che chi partecipa vestito da pirata con tanto di bandiera! Anche nei sorpassi ,uneducazione che ce la sogniamo, moltissimi avevano una parola dincitamento per chi, come noi, girava con un altro ritmo.
Concludo, per non dilungarmi troppo, con un consiglio: fate qualche 24h Italiana in meno nel vostro programma annuale e concedetevi una 24h allestero; non serve andare come noi, oltreoceano, basta passare il confine per scoprire un altro modo di vivere la passione che abbiamo in comune
CapoGufo